15 Aprile

Apr 15, 2018 | Claret con te

«I Dottori e i Santi Padri dicono che se dai frutti si riconosce l’albero, come risulta nel Vangelo, che diremo di Maria che ha dato alla luce quel benedetto Frutto che tanto ha elogiato Santa Elisabetta, quando disse: “Benedetto il frutto del tuo grembo… A che cosa devo che la Madre del mio Signore venga da me?”».
Lettera ascetica … al presidente di uno dei cori dell’Accademia di San Michele, Barcellona 1862, p. 21

MARIA, MADRE DI DIO

Un antico proverbio, poco conosciuto, dice: «Il pesce affacciò la testa in mezzo al lago, e all’istante s’informò con le orecchie». Ha, come tutti i proverbi, un messaggio. Tutto ciò che io faccio ha delle ripercussioni e con frequenza qualcuno sente la vibrazione senza sapere da dove viene. Elevate all’infinito il proverbio quando l’azione è di Dio. Il suo amore alle proprie creature si manifestò quando inviò suo Figlio che mise la sua tenda di campagna in mezzo a noi. E questo affacciarsi di Dio sul mondo ha cambiato la situazione del pianeta, perché la Grazia della salvezza è arrivata a tutti, anche a quelli che non lo sanno. Come dice il poeta, nemmeno sono rimaste «intatte le stelle» (Carlos G. Vallés).
Santa Elisabetta fu la prima a gioire di questo impatto, e, piena dello Spirito, acclamò con gioia, e la commozione che sentiva comprese che veniva dal palpito di quel piccolo cuore che palpitava all’unisono con quello di Maria. E il piccolo che cresceva nel suo grembo sobbalzò pure di gioia; e, confusa per il privilegio, aggiunse: «Com’è possibile che venga a servirmi la Madre del mio Signore?».
Posso conoscere ciò che sei ascoltando il frutto che doni all’umanità.
Questa gioia e questa umiltà di Elisabetta provocarono anche la reazione dell’anima di Maria, che espresse, senza giri di parole, l’esatta verità: «È il Signore che ha compiuto queste meraviglie nella sua piccola serva».
Ma già con voce profetica annuncia che questa venuta porta con sé la realtà nuova tanto sperata: Il Regno dell’amore, della giustizia, del servizio. E di conseguenza cadranno dal loro trono i superbi e si siederanno al loro posto gli umili.
Effettivamente il messaggio di Gesù non viene per adattarsi alle circostanze egoistiche degli uomini. Viene a trasformarle e a sconvolgerle. Non si adatta alle coordinate storiche perché sta sopra il tempo. Così, per esempio, l’incisivo «non si può servire a Dio e al denaro» (Mt 6,24) farebbe fischiare le orecchie dei pubblicani, come fa’ fischiare oggi quelle dei corrotti, dei narcotrafficanti e degli sfruttatori. Il cielo e la terra passeranno, ma le parole di Gesù non passeranno.

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