16 Luglio

Lug 16, 2018 | Claret con te

«Io [sono] l’infimo fra tutti; e invero tutti sono più istruiti di me, più virtuosi, e io mi ritenevo felice e fortunato di poter essere il loro servitore».
Aut 489

UN FONDATORE CON STILE

Il Vangelo rompe gli schemi della logica umana: «se uno vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore» (Mc 10,43), «se uno vuole essere il primo sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9,35), ecc. Solo chi ha convertito il Vangelo in carne della sua carne e ossa delle sua ossa trova connaturali tali comportamenti.
Il paragrafo che ci interessa, Claret lo riferisce ai sacerdoti che con lui fondarono, era il 16 luglio, un giorno come oggi, la Congregazione dei Missionari. E in seguito scriverà ancora sui suoi collaboratori a Cuba: «Tutti furono di condotta irreprensibile […] tutti di buon ingegno e di solida virtù […] Da tutti avevo qualcosa da imparare; perché mi davano esempio in tutte le virtù, in modo speciale nell’umiltà, nell’obbedienza, nel fervore e nel desiderio di essere sempre disponibili a lavorare» (Aut 606-607).
Si è soliti dire che «nessuno è eroe per il suo aiutante di camera»; il contatto prolungato ridimensiona le persone, apprendiamo i loro difetti e manie, ecc. Ma questo non serve nel caso degli occhi di un santo, che ha uno sguardo evangelico. Uno dei cofondatori dei clarettiani cadde malato poche settimane dopo la fondazione, e Claret si fermò in casa con lui, come infermiere, mentre i compagni andavano camminando verso diversi ministeri. Ai suoi collaboratori di Cuba, ogni anno, al termine degli esercizi spirituali fatti insieme, Claret baciava i piedi (Aut 611).
Lo sguardo evangelico vede il positivo e scopre la verità profonda di ciò che vede. Claret vedeva i suoi compagni come figli di Dio che lottano per la causa del Vangelo, davanti ai quali non poteva se non «togliersi il cappello».
Come vediamo noi il fratello? Desideriamo servirlo o che ci serva?
Sottolineiamo, prima di tutto, il suo fascino come figlio di Dio, o ci acceca forse un insignificante limite fisico, psicologico o spirituale?

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