20 Giugno

Giu 20, 2018 | Claret con te

«Le funzioni che mi piacevano di più erano quelle del Santissimo Sacramento. Vi prendevo parte con straordinaria devozione, quanto mi piaceva ».
Aut 37

LA FEDE, ESPERIENZA GRATIFICANTE

Forse bisognerebbe iniziare domandandoti se conosci cos’è una esposizione del Santissimo Sacramento. Il pane dell’Eucaristia, diciamo noi cristiani, è il sacramento dell’amore di Gesù che si lascia pigliare, afferrare … che si lascia mangiare. È un simbolo che ci ricorda, tra l’altro, che siamo alimentati per continuare a vivere, ad amare, a lavorare. «Non possiamo camminare se abbiamo fame sotto il sole» diceva un canto religioso di alcuni anni fa. Non possiamo vivere la giornata lavorando senza il pane; abbiamo bisogno di questo alimento. Per questo diciamo «dacci oggi il nostro pane quotidiano».
Né più né meno. Solamente il pane di cui abbiamo bisogno per la vita di ogni giorno. Il pane è il simbolo dell’alimento. E adorare, contemplare, venerare questo pane che è Gesù e che Gesù condivide è riconoscere il suo amore che si rende presente in qualcosa di tanto semplice e profondo come il pane, il pane di tutti, il pane nostro, il pane di ogni giorno. Se di una persona buona diciamo, per esempio, che è tanto buona «come un pezzo di pane», che cosa non potremmo dire di Gesù, l’uomo buono che passò facendo del bene? È il miglior boccone di pane che ci possiamo portare alla bocca.
Questo pane simbolizza e riassume la sua persona, la sua vita, la sua opera, le sue parole … quelle di colui che amò sino alla fine, quelle di chi passò per questo mondo facendo del bene, quelle di chi visse per gli altri, quelle di chi diede da mangiare agli affamati di pane, di perdono, di speranza, in una parola, di vita.
Il Santissimo Sacramento è una presenza tanto silenziosa e discreta quanto assidua e duratura. È il sacramento, il simbolo di una presenza tanto misteriosa quanto reale, di una compagnia tanto amica quanto vicina e prossima. Una presenza gratuita da essere contemplata, adorata e gradita, perché un amore così, di questa portata, non può essere di meno che contemplato, adorato e gradito. Ci dona la sua Vita perché noi viviamo. Ci ama perché noi amiamo per mezzo di lui.
Che cosa alimenta in te il significato della tua vita, del tuo amore, della tua speranza, della tua fede?

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