22 Ottobre

Ott 22, 2018 | Claret con te

«Se vuoi crescere nella contemplazione e nell’unione con Dio, sii un uomo di preghiera, poiché nella preghiera si riceve l’unzione dello Spirito Santo , che purifica la comprensione e con l’esercizio della preghiera si raggiunge la contemplazione e il piacere delle cose celesti»
Dialogo sulla preghiera, in T, DE VILLACASTİN, Manuale degli Esercizi Spirituali. Barcellona 1864, p. 14

PREGARE È DIVENTARE INTIMI

Dimostrando una volta di più la sua buona conoscenza pedagogica, Claret presenta la preghiera come la mediazione necessaria per coloro che desiderano raggiungere una serie di obiettivi molto desiderabili per un discepolo di Cristo. La sua formulazione, fatta con il linguaggio del secolo XIX, può apparire strana, ma il suo contenuto è molto attuale e facile da capire.
La preghiera aiuta a superare tribolazioni e tentazioni, a combattere le cattive abitudini, ad acquisire virtù e a estirpare i vizi, a vivere con gioia i momenti difficili, a progredire nel cammino dello Spirito, a mantenere con costanza il proposito di rispondere e servire il Signore… La preghiera è uno dei mezzi privilegiati che lo Spirito utilizza per manifestare la sua presenza in noi. Battezzati e unti dai sacramenti dell’iniziazione cristiana, per mezzo della preghiera il Padre rinvigorisce in noi la sua grazia, fortifica il nostro spirito e ci prepara a combattere il male.
Claret usa un’espressione molto bella: ci conviene essere «uomini e donne di preghiera». Viviamo in culture che privilegiano l’immediato, il fulminante, il vertiginoso. Ma alcune delle realtà più preziose della vita (l’amore, la bellezza, il perdono, la bontà, il servizio, la gratuità …) richiedono tempo e crescono e fioriscono con processi lenti, non esenti da difficoltà, nelle quali la costanza gioca un grande ruolo. Non si tratta di avere brillanti momenti puntuali di preghiera, ma di convertirci in persone che si distinguono per il pregare con frequenza e con costanza. Ancora una volta Claret ci indica una buona strada.
Sei «uno che prega» o soltanto «uno che recita»? Vivi con consapevolezza la presenza dello Spirito in te, la tua condizione di collaboratore della sua opera? Hai preso gusto per «le cose celesti»?

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