24 Luglio

Lug 24, 2018 | Claret con te

«È molto importante essere devoti di Maria Santissima. Ella ci libererà dai mali e dalle disgrazie del corpo e dell’anima. Ella ci otterrà tutti i beni temporali ed eterni … Iscrivetevi a qualcuna delle confraternite mariane, resistete alle tentazioni e vedrete come la Vergine vi consolerà»
Origine del trisagio, Barcellona 1863, p. 46

MARIA NELLA TUA VITA

È bene ricordare che Maria, insieme con san Giuseppe, sono stati quelli che hanno accompagnato Gesù nella sua crescita umana: costumi, vita familiare, rapporti sociali, pene e limiti … Tutto fa parte in primo luogo della funzione materna che, dopo il parto, si prolunga in altri modi di vita fondamentali della nostra esistenza.
L’esperienza mariana di Claret ha avuto fin dalla sua infanzia una forte impronta filiale. La sua vita, salvata da grandi pericoli, la sua educazione, i suoi affetti più intimi, le certezze che gli davano sicurezza … Si sentiva figlio di Maria, del suo amore, del suo cuore. La teneva come maestra, formatrice, direttrice. Lo dimostra in diversi testi e iniziative.
Come madre, Maria agisce in noi rendendoci simili a Gesù. E per quest’opera agisce con lo stesso cuore e le stesse funzioni vitali con cui formò Gesù e lo accompagnò lungo la sua vita. Questa somiglianza è quella che definirà il discepolo di Gesù, che lo renderà riconoscibile come tale nel mondo.
A partire dalle parole di Gesù sul Calvario: «Donna, ecco il tuo figlio» (Gv 19,26, tutti abbiamo preso coscienza che siamo sotto le cure materne di Maria, conoscitrice delle nostre necessità, limiti e miserie e, al tempo stesso, operatrice attiva delle stesse opere di Gesù, sempre espressione della sua misericordia. Opere che, dal suo cuore materno, Ella circonda di instancabile tenerezza e compassione.
Possiamo essere certi che, come Gesù, Maria conosce le nostre necessità e pene prima che gliele diciamo. E che non la lasciano indifferente. Ma, ascoltando Gesù che mi dice, come al discepolo ai piedi della croce, «ecco la tua madre» (Gv 19,27), come non cercare dei momenti per avvicinarmi a lei ogni giorno e per confidarle non solo i miei problemi ma anche quelli della mia famiglia, del mio gruppo, della mia comunità?
Come con lasciarmi contagiare dal suo grande cuore fino a convertirmi in testimone e in strumento gradito e solidale del suo amore materno a favore degli altri?

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