26 Agosto

Ago 26, 2018 | Claret con te

«Il 26 agosto 1861, trovandomi in preghiera nella Chiesa del Rosario, alla Granja, alle sette di sera, il Signore mi concesse la grazia grande della conservazione delle specie sacramentali, e avere giorno e notte il Santissimo Sacramento in petto; ragion per cui devo stare sempre raccolto e interiormente devoto; in più devo pregare e far fronte a tutti i mali della Spagna, così come mi ha detto il Signore».
Aut 694

«GRAZIA GRANDE»

L’Eucaristia è una «grazia grande». Ci siamo abituati a essa. Da piccoli facemmo la Prima Comunione, e abbiamo continuato a comunicarci, e, come i pranzi frequenti, possono diventare per noi qualcosa di abituale e «insipido». Claret ci ricorda oggi che l’Eucaristia è qualcosa di più. Ci racconta un’esperienza vissuta già in età avanzata, quando l’attività apostolica cominciava forse a calare e le persecuzioni ad arretrare.
L’Eucaristia è molto più che andare a Messa, più che ricevere la Comunione. Claret ci parla di un’esperienza mistica che si concede soltanto dopo una vita di consegna, a chi ha vissuto in profondità l’Eucaristia lungo tutta la sua vita. Un’esperienza di «grazia grande» che la concede il Signore. Non è una cosa qualunque; per questo Claret ricorda persino il giorno e l’ora. Ma, in che cosa consiste? È qualcosa di profondo, interiore, che riempie e compromette completamente.
La «grazia grande» è come il culmine di aver vissuto fino in fondo il senso dell’Eucaristia. Gesù, terminando la sua consegna alla missione ricevuta dal Padre, si converte in Eucaristia: «Questo è il mio corpo consegnato» (Lc 22,19). Claret, quando già ha impiegato tutte le sue energie e ha provato tutti i mezzi per evangelizzare, riceve la «grazia grande» di convertirsi in Eucaristia, di essere tabernacolo. Non c’è modo migliore di pregare e di far fronte a tutti i mali.
La «grazia grande» sta nel vivere l’Eucaristia fino nel più profondo, fino a fondersi con essa. Così ce lo insegnano tanti martiri. Così ce lo ha lasciato scritto, con le sue parole e la sua testimonianza, sant’Ignazio di Antiochia. Gesù è pane spezzato e diviso per generare la vita piena.
Chi ha «spezzato» la sua vita per gli altri è in sintonia con l’Eucaristia perché ha compiuto l’incarico del Signore: «Fate questo in memoria di me».
Cos’è per me l’Eucaristia? Come la vivo? Che insegnamento mi ha lasciato? Concedimi, Signore, di vivere l’Eucaristia come una «grazia grande». Concedimi di comprendere la tua consegna per amore, e seguirti con una consegna simile: convertimi in Eucaristia.

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