26 Luglio

Lug 26, 2018 | Claret con te

«… vedendo la grande mancanza che c’è di predicatori evangelici e apo-stolici nel nostro territorio spagnolo, vedendo il desiderio così grandi che ha il popolo di ascoltare la divina parola e le molte richieste che da tutte le parti di Spagna fanno perché io vada nelle loro città e villaggi a predicare il Vangelo, decisi di riunire e preparare diversi compagni zelanti e poter fare con altri quello che da solo non posso e grazie a Dio ha avuto un buon inizio il mio pensiero che in questo momento mi trovo con cinquantanove discepoli ecclesiastici e alcuni diventeranno predicatori e molto avvantaggiati; con l’intelligenza di tutti questi signori si può dire che si appoggiano sulle mie spalle; pertanto, se mi ritiro, con questa nomina tutto cade a terra, perché anche sono molto teneri».
Lettera al Nunzio Apostolico, 12 agosto 1849, in EC I, p. 305

FARE CON ALTRI

Questo paragrafo della lettera di Claret in cui rifiuta la nomina di arcivescovo esprime un sentimento paterno verso l’associazione missionaria che aveva appena fondato e di altre che aveva in mente, e sottolinea il problema della scarsità di evangelizzatori e il desiderio, molto vivo anche se a volte latente, che ha il popolo di essere evangelizzato. Nella Spagna di allora, a causa dell’espulsione dei religiosi, c’era poca predicazione e catechesi.
Claret indica come un gruppo di evangelizzatori conseguirà migliore mietitura di individui isolati. E lo rattrista profondamente il vedere che molti sacerdoti non mostrano molto interesse per la predicazione o non erano preparati per questo.
Evangelizzare non è fare un chiacchierata religiosa; è di più: è un annuncio convincente e continuato della verità di Cristo, è condurre la gente a sperimentare Cristo. Per questo l’evangelizzatore deve sperimentare, lui per primo, la presenza di Cristo nella sua vita. Le sue parole dovranno essere le stesse parole di Gesù. Per questo, prima di tutto, dovrà avere familiarità con la Parola di Dio, che spiegherà nelle diverse azioni pastorali o liturgiche con il popolo.
È molto bella l’esperienza di diversi sacerdoti che preparano insieme l’omelia, e anche quella di un sacerdote che la prepara con un gruppo di suoi fedeli. Si mettono insieme punti di vista e sentimenti, tutti si arricchiscono spiritualmente con questo «fare con altri». Per questo Claret mise insieme un gruppo di missionari e varie associazioni apostoliche di laici.
Volesse Dio che il suo spirito e il suo entusiasmo continui vivo nelle nostre parrocchie e comunità di evangelizzatori.

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