3 Luglio

Lug 3, 2018 | Claret con te

«Soltanto la Religione cattolica, divina nella sua origine, divina nel suo diffondersi, divina nel suo conservarsi, è quella che dice all’uomo: Rispetta l’autorità, e l’uso legittimo della ragione, come leggiamo nelle Sacre Scritture: Cominciate a sottomettere, dice san Paolo, il vostro pensiero in ossequio alla fede, e credete che questo omaggio è razionale».
La ferrovia, Barcellona 1857, p. 30

FEDE E RAGIONE

Paolo, nella lettera ai Romani, afferma l’origine divina dell’autorità quando l’autorità è stata costituita legittimamente per il bene comune (cf Rom 13,4s), pertanto bisogna rispettarla. Ma poco prima (12,1s) ci parla dell’uso legittimo della ragione per saper discernere.
Non possiamo dimenticare in quale campo ci muoviamo, all’interno di un cambiamento culturale molto ampio, immersi in uno stile di vita in cui Dio è il grande assente. Non si tratta semplicemente del riconoscimento della giusta autonomia delle realtà temporali nelle loro istituzioni, qualcosa che è del tutto compatibile con la fede cristiana e persino direttamente favorito ed esigito da essa, come dice molto bene il Concilio nella sua Costituzione su «La Chiesa nel mondo contemporaneo» (cf GS 36). Quello che è inaccettabile è la dimenticanza della necessaria relazione della creatura con il suo Creatore, l’«ateismo pratico» (quando anche non teorico).
Di fatto in Occidente viviamo in un ambiente sempre più laicista, nel quale non solo si esclude Dio e la sua presenza nella vita quotidiana, ma si invita anche a pensare che è valido solo quello che è suscettibile di verifica empirica, quello che si può misurare, contare o pesare, o quello che è costruito per l’essere umano. Invita inoltre a fare della libertà individuale un valore assoluto, al quale tutto il resto dovrà sottomettersi …
Come credenti dobbiamo sentirci chiamati a rispettare l’autorità, certo, come rispettiamo tutte le persone umane. Ma nell’esercizio dei doveri e diritti come cittadini dobbiamo fare un uso legittimo della ragione per saper discernere se quello che ci viene ordinato è conforme alla nostra fede e ai suoi valori etici o, al contrario, gli si oppone.
Come vivo la fede cristiana in mezzo a una società laica, incredente, spesso indifferente ai valori religiosi e, a volte, anche a quelli meramente umani?
Come vivo i miei doveri civici?
Pretendo di rendere compatibile l’incompatibile, o, in forza della mia fede, mi dissocio criticamente da ciò che è inumano ed esercito la debita denuncia profetica?

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