5 Dicembre

Dic 5, 2018 | Claret con te

«[La persona che si comunica] sarà come un albero piantato vicino al corso di un fiume, che darà frutto a suo tempo. Potrà dire con l’Apostolo: “Io vivo, ma non più io, ma Cristo vive in me”. Come l’albero innestato, che, se potesse parlare, ci direbbe: “Io vivo, perché nel tronco sono quello di prima; ma non sono più io, ma in me vive l’innesto, il virgulto che è stato innestato, e questo vive in me, e il frutto che produco non è quello dell’albero vecchio, ma di quello nuovo»
Lettera ascetica… al presidente di uno dei cori dell’Accademia di San Michele. Barcellona 1962, p. 34

ARDERE D’ AMORE PER DARE VITA

È importante sottolineare l’insistenza della fecondità dell’intimità con Gesù, ricevuto nel Sacramento del suo Corpo e Sangue. Questa fecondità non può esaurirsi nella relazione intima comunicante-Comunicato, come un circolo dorato chiuso. Si tratta, al contrario, di una dinamica, di modo che, quanto più si intensifica il rapporto interpersonale, con tanta maggior forza tende ad uscire da se stesso per cogliere l’altro o gli altri nei nostri rapporti sociali. In questo modo ci trasformiamo in Cristo, perché la sua presenza genera nuove vite. Ci cambiamo e trasformiamo totalmente in Cristo. Sotto gli effetti del sacramento, siamo nuove persone, creature impastate da un amore che deve farle diventare, in ogni istante della propria vita, pazienti, buoni, senza invidia, orgoglio e tracotanza; persone che trovano la propria gioia nella verità, che tutto scusano, tutto credono, tutto sperano e tutto sopportano (cf 1Cor 13,4-8).
Questa è la forza trasformante dell’Eucaristia. L’alimento del Corpo e del Sangue di Cristo agisce con tale forza in noi che ci assimila totalmente, anche se non annichilisce la nostra libertà personale. Dipende sempre da noi aprirci o chiuderci al dono della vita di Gesù, dono che è anche frutto della sua libertà nel donarla e nel recuperarla di nuovo (cf Gv 10,17-18).
In casa, nel lavoro, in tutte le nostre attività, si deve far trasparire la vita di Cristo. Siamo chiamati a diffondere la sua presenza salvatrice nel mondo. L’Eucaristia deve essere come un fiume che feconda la nostra vita, mantiene vivo il nostro amore, aprendoci sempre alla novità di vita, alla trasformazione del nostro uomo vecchio, carico di imperfezioni, nell’uomo nuovo della vita nuova di Cristo.
Quali azioni concrete metto in essere nella mia vita, per esprimere il mio amore generoso verso i più bisognosi?

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