8 Maggio

Mag 8, 2018 | Claret con te

«Molti dei primi cristiani rinunciavano alle cose di questo mondo per seguire meglio Gesù Cristo. E non si può entrare in cielo senza essere e essersi fatti poveri, almeno di spirito»-
Religiose nella propria casa o Figlie del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria, Barcellona 1850, p. 122. Edizione critica, Madrid 1990, p. 173

DISTACCO

Rinunciare significa scegliere qualcosa o qualcuno più importante di quello che si lascia. Se rinunciamo a un lavoro che avevamo è perché ne abbiamo trovato un altro meglio remunerato o di migliori condizioni. In una famiglia, alcuni genitori rinunciano al proprio riposo e a molte delle proprie comodità per attendere ai propri figli che amano. Ogni scelta importante suppone una rinuncia. Ed essere discepolo di Gesù implica anche rinunciare. Non si tratta di farlo a forza di «pugni». La rinuncia a niente rimane zoppa, non è possibile.
La parabola del tesoro nascosto spiega molto bene cosa significa rinunciare per il cristiano: «Il Regno dei Cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo, un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo» (Mt 13,44).
Perché solo a partire dall’allegria si può vendere tutto e rinunciare a tutto per comprare il campo che nasconde il tesoro. Scegliendo Gesù, quello che riceviamo è infinitamente maggiore di quello che lasciamo. E quando la gioia e l’allegria ci riempiono, non è vero che possiamo contagiare quelli che ci circondano?
Non hai conosciuto persone che, essendo molto povere economicamente, sanno irradiare felicità? Forse è un momento buono per ringraziare e pensare al dono che suppone, per ciascuno di noi, l’aver incontrato Gesù.
Cosa ha comportato per la mia vita seguire Gesù?
Vivo con un cuore allegro, come qualcuno che ha trovato il tesoro migliore?

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