Il multiverso della missione clarettiana oggi

Set 13, 2022 | Nairobi 2022

Inizia un nuovo giorno a Nairobi; è una bella giornata di sole. I fratelli di ACLA animano l’adorazione e l’Eucaristia. Con San Giovanni Crisostomo, ci rallegriamo per l’anniversario della professione perpetua del nostro fratello Henry Omonisaye. Nell’omelia ci viene ricordato che siamo un unico corpo con parti multiple e diverse, ma un corpo che deve essere vivo, deve avere un'”anima”, per poter svolgere la missione che ci è stata affidata.

Le sessioni di lavoro sono illuminate dalle parole di Matteo 11, 25:30 – la buona novella rivelata ai semplici e il nostro sogno congregazionale raccolto in QC 43.

Pedro Belderrain ha presentato il processo di lavoro della giornata: per tutta la mattina lavoreremo in gruppi reagendo alle presentazioni del primo processo di trasformazione, “una congregazione che va avanti” con lo stesso questionario dei processi precedenti. L’intero pomeriggio sarà dedicato alla condivisione in plenaria delle conversazioni dei vari gruppi.

All’inizio della sessione pomeridiana, siamo stati informati della morte di P. Jose Nieto (Antillas). Il provinciale di Antillas, Fausto Cruz, ha fatto un breve riferimento alla vita del nostro confratello e al suo grande zelo missionario.

Tutte le presentazioni sono state valutate positivamente. Attraverso le risposte dei vari Prefetti Generali incaricati di animare questo primo processo di trasformazione, scopriamo i temi che hanno focalizzato il dialogo dei vari gruppi.

La condivisione è iniziata con il dialogo sulla Prefettura della Bibbia e della Comunicazione e la risposta di Henry Omonisaye.

La Prefettura della Bibbia e della Comunicazione si è indubbiamente posta obiettivi elevati e la complessa struttura che sta nascendo è orientata alla missione; questo è un principio fondamentale. Bibbia e Comunicazione non sono due realtà distinte ma due facce della stessa medaglia, inseparabili, in un rapporto dinamico, intimo e di feedback che rispetta e abbraccia la ricca pluralità congregazionale e la diversità delle sfide missionarie che dobbiamo affrontare.

C’è stato un improvviso malfunzionamento dei sistemi di traduzione, che ci ha portato a scherzare su un cyber-attacco alla riunione; si trattava di un’interferenza che ci impediva di sentirci correttamente… È reale come la vita!

La presentazione si è conclusa con un appello all’uso intelligente – il buon senso – nell’uso dei social media, affermando il nostro impegno per l’editoria digitale, chiedendo “creatività con criterio” e dichiarando la ricchezza dei materiali esistenti che vengono raccolti e catalogati per un uso futuro.

Il dialogo continua con la Prefettura dell’Apostolato e la risposta di Pedro Belderrain. Egli inizia dicendo che dedicherà i prossimi mesi a incontri online con ciascuno dei Prefetti dell’Apostolato. Pedro specifica alcuni dettagli del calendario delle attività (incontro mondiale dei prefetti, incontri zonali…) che sono provvisori fino a quando non saranno confermate le date dei diversi eventi globali della Congregazione.

Le parrocchie come piattaforme di evangelizzazione e missione clarettiana e la SOMI come quadro di riferimento che racchiude diverse attività prima disperse sono stati gli altri argomenti trattati. Infatti, la chiave apostolica del 26° Capitolo è come essere radicati e audaci in ognuna delle piattaforme missionarie che animiamo; infatti, la missione non è semplicemente ciò che facciamo, ma è anche – e in larga misura – la nostra testimonianza personale, comunitaria e istituzionale.

Ha concluso la presentazione riconoscendo la difficoltà di trovare dei sostituti per gli animatori delle piattaforme, soprattutto quando hanno svolto bene il loro lavoro. I cambiamenti devono essere progressivi e graduali.

Infine, la giornata di lavoro si è conclusa con la condivisione dei cinque gruppi sulla Prefettura della Pastorale Giovanile e Vocazionale e le risposte di Carlos Verga.

C’è un grande interesse per la proposta di Claret Way che Carlos ha illustrato in modo più dettagliato, in particolare l’impegno per un rapporto di rete tra tutti i membri della Famiglia Clarettiana che comprenda e dia senso al lavoro di pastorale giovanile già esistente; come direbbe il linguaggio corrente, si tratta di un multiverso di grazia.

Carlos ha concluso ricordando un’idea già presente nel 25° Capitolo: andare incontro ai giovani non significa “portare loro le nostre ricette pronte”, ma ascoltare e camminare con loro.

Dopo una breve pausa, la preghiera serale è stata affidata ai ritmi africani, indossando il telo Maasai, saltando e ballando… Benedite il Signore, fratelli, beneditelo perché è stato buono con noi!

Francisco Carin, CMF, cronista del giorno

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