SALUTI DEL CESC IN TEMPO DI CRISI MONDIALE E DI CONFINAMENTO IN CASA

Mar 27, 2020 | CESC, La Congregazione

Cari confratelli e amici.

Dalla Casa Madre della nostra Congregazione, vi inviamo un saluto fraterno. Insieme ai resti del nostro Padre Fondatore, ci uniamo in preghiera con l’intera Famiglia Clarettiana pregando il Signore per le vittime della pandemia di coronavirus.

In queste settimane, molti di noi, essendo missionari, non possono uscire. In questa Casa-missione, dalle sue origini e per molti anni, essi hanno saputo combinare molto bene il tempo dedicato alla missione e il tempo previo per prepararsi in casa, coltivando la preghiera, la vita fraterna e la formazione.

A questo proposito, possiamo ricordare cosa è successo al nostro Padre Fondatore in occasione dell’esilio in Francia dopo la rivoluzione spagnola del 1868. Il P. José Xifré, Superiore Generale, che si stava rifugiando in una piccola città perché stavano cercando di ucciderlo, gli mandò una lettera piena di tristezza e preoccupazione perché la piccola Congregazione aveva subito il martirio di uno dei suoi missionari (P. Francesco Crusats, nella Selva del Campo) e gli altri avevano dovuto disperdersi. Molti credevano che questo fosse un duro colpo per questa giovane congregazione. Tuttavia, il P. Claret, dall’esilio, ha saputo vedere profeticamente oltre la momentanea difficoltà.

Da un lato, lo invitò ad essere prudente, responsabile e flessibile, scrivendogli: “Mi sembra molto buono che lei si sia ritirato e nascosto per evitare ulteriori problemi; e così da questo angolo può prendere le disposizioni che ritiene convenienti rispetto agli altri … ”(EC, II, 1304-1305). D’altra parte, lo aiutò a vivere questa difficile situazione alla luce della fede. Scrisse: “Dica loro da parte mia [ai missionari] di avere fede e fiducia in Gesù e in Maria. Io, grazie a Dio, sono molto contento, coraggioso e anche felice. Quando considero che Dio è così saggio, così buono e potente che anche dalle cose cattive sa ricavare il bene, spero che la Congregazione ricavi ancora molti frutti buoni da queste tribolazioni”(EC, II, 1305). E nel caso non fosse chiaro, glielo spiegò con una delle parabole del Vangelo: “Ha visto bene che … il contadino semina il suo campo; il grano nasce molto bello e cresce in modo tale che l’intero campo sembra un tappeto verde; ma oh mio Dio! I freddi arrivano così forti, i venti dal nord così violenti e le gelate così intense che lasciano gelate le foglie di grano e come se tutto ciò non bastasse, una nevicata cade così grande da coprire completamente il campo; lo sciocco è spaventato, ma il contadino sa che la neve si scioglierà, che il freddo si calmerà e verrà il bel tempo. E poi sa che tutte queste battute d’arresto sono servite a far sì che il grano prendesse radici più profonde e facesse spuntare germogli più robusti. Coraggio, quindi … “(CE, II, 1304-1306).

Viviamo in un momento difficile. Che non ci manchi la fiducia in Dio e nello spirito missionario. Speriamo di vivere questa situazione come un momento di ascolto e conversione in modo che quando usciamo di nuovo lo facciamo in un modo rinnovato, arricchito e arricchente.

Da Vic, e sulla tomba del nostro Padre, preghiamo per l’intera Congregazione, per la Chiesa e per il mondo intero. Sant’Antonio Maria Claret, prega per noi!

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