Una cometa ha illuminato Roma

Dic 18, 2020 | Italia, Sanctus Paulus

Una camicia blu e voglia di sentirsi utili e parte di una città dove di solito vivono ai margini. Yassine, Moussa, Riadh, Humid e Hany sono i cinque giovani immigrati che padre Vittorio Bruscella cmf, prevede in un progetto di reinserimento sociale e che sono impegnati a raccogliere le foglie nelle piazze e nei giardini di Roma. “Non è una semplice iniziativa ecologica o decoro urbano, ma una fraternità radicale con e per chi vive emarginato, consumando spazio e tempo, mai protagonista di qualcosa.”

Dal 7 dicembre, i cinque giovani – 4 nordafricani e un curdo – “i cui volti sono segnati da storie di vita difficili che li fanno sembrare vecchi e stanchi“, sono impegnati a ripulire uno spazio verde in città. Questo progetto, che ha una durata di un paio di mesi, è finanziato dalla Carità Apostolica: “Con il Cardinale Konrad Krajewski, l’elemosiniere del Papa, chiunque è venuto a dar forma alla mia idea, abbiamo stabilito una congrua quantità giornaliera, permettendo ai giovani di mangiare pasti caldi e persino fumare alcune sigarette“.

La proposta, che seguendo il Municipio n. I della città, abbiamo chiamato “Progetto Comunitario“, comporta finalità didattiche. “Perché questi poveri, se sono tali, è anche perché mancano di competenza comunicativa e relazionale.” Si chiede loro di essere puntuali e seri nei confronti degli impegni; rispettare i giorni di riposo; lavorare in gruppo; cercare insieme di affrontare i problemi che sorgono; valorizzare le qualità personali; acquisire nuove competenze. Due condizioni preliminari hanno determinato la selezione dei cinque giovani: non avere dipendenza dall’alcol e non avere alcun tipo di sussidio statale.

Impegnato in una missione in Canada a Montreal, padre Vittorio era tornato in Italia lo scorso marzo per un periodo di studio dell’inglese e controlli clinici, ma poi la pandemia di Covid-19 lo ha costretto a rimanere nella sua comunità di via dei Banchi Vecchi.

Così incontrò “i senzatetto che durante il giorno stanno sulle scale di piazza della Chiesa Nuova, e di notte dormono sotto il Ponte Amedeo, vicino al Tevere“; con loro il religioso ha stabilito giorno per giorno “un rapporto di fiducia e di alleanza” che si è dimostrato efficace nell’organizzazione della “squadra di lavoro“, dove il desiderio primario “è portare l’amore di Dio, proprio come Gesù ci ha insegnato. Tradurre il Vangelo in atti molto concreti, illuminando la loro vita in modo che ognuno possa dire a se stesso “Ne vale la pena! Sono in grado di fare del bene agli altri. Sarà come la luce della cometa che guida il Mistero dell’Incarnazione in questo tempo di Avvento, anche se è solo per un momento!”

(estratto dal settimanale Roma Sette.it da Michela Altoviti)

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