LA FORZA DELLA PAROLA
Aveva venti anni il Claret quando, durante la Messa lo distraevano i telai, si ricordò di queste parole di Gesù. Si specializzò in quel tempo a Barcellona nell’arte del fabbricare tende, e questo lo affascinava.
Secondo i vangeli sinottici (Mc 8,37; Mt 16, 26; Lc 9,25), Gesù disse ai suoi primi discepoli questa frase: -«a cosa serve all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la sua anima?»- perché non si ingannassero con idee e piani che impedivano loro di seguirlo e continuare la sua Causa. Questa sentenza di Gesù rimane nei vangeli, e al Claret venne in mente come succede a tutti noi quando mettiamo tutto il nostro cuore in tante cose o affezioni e progetti che ci assorbono l’illusione e l’energia vitale, e rendono povero il nostro rapporto con Dio, con Gesù e con il prossimo.
Nella propria «baraonda di cose», al giovane Claret, Gesù chiese il cuore e lo mise in «atteggiamento di conversione». Così iniziò la sua formidabile trasformazione. E secondo quello che ci racconta Claret, questa sua esperienza, ci pone nella situazione che tutti dobbiamo metterci in stato di «conversione personale» verso Gesù e la sua Causa.
Senza aprire il proprio cuore a Gesù, perché il suo Spirito ci spinga a seguirlo, vivendo il suo Vangelo e continuando la sua Causa nella nostra vita quotidiana, il nostro cristianesimo si logora; e, per questo, entra in crisi la nostra Chiesa.
Non sarà la mancanza di «conversone personale» a Gesù e al suo Progetto di vita, degna e felice per tutti, la causa maggiore della crisi della Chiesa dei nostri giorni?