12 Dicembre

Dic 12, 2018 | Claret con te

«Il vero servo di Dio raramente si lamenta di quello che patisce, e meno ancora desidera che altri lo compatiscano e piangano per le sue pene.»
Lettera ascetica…al presidente di uno dei cori dell’Accademia di San Michele. Barcellona 1862, p. 18

PORTARE LA CROCE CON GIOIA

Nessuno, sano di mente, gode mentre è maltrattato e umiliato, solo il masochista trova piacere in questo. Tendiamo invece a far vedere quello che facciamo, per attirare ammirazione o gratitudine; ci riempiamo di boria per quello che facciamo nel nostro lavoro, nella nostra famiglia; per quello che ogni giorno dobbiamo subire a causa degli altri. Ci lamentiamo di non essere sufficientemente stimati. I nostri lavori e le nostre sofferenze diventano i nostri trofei.
Invece, una madre nasconde le sue pene ai figli, al marito, per non farli soffrire; riveste importanza quello che fa’ perché considera naturale qualsiasi lavoro fatto per loro. Tutto è frutto del suo amore. Quando si ama, si accettano le rinunce e i sacrifici che si rendono necessari. Invece, la più piccola contrarietà, diventa una montagna insormontabile se si tratta di affrontarla per qualcuno sconosciuto o indesiderato. L’egoismo è forte e si può vincere soltanto con l’amore, non guardiamo noi stessi e fissiamoci sulla persona che sta soffrendo.
Molto spesso i nostri lamenti sono ridicoli se guardiamo alla situazione di tante persone sofferenti, che mancano persino del minimo indispensabile. E, se ci confrontiamo con Gesù, possiamo soltanto reagire come si esprime Gabriela Mistral: «Questa sera, Cristo del Calvario, / sono venuto a pregarti per la mia carne inferma; / però, guardandoti, i miei occhi vanno e vengono / dal tuo corpo al mio corpo con vergogna. / Come lamentarmi dei miei piedi stanchi, quando vedo i tuoi lacerati? / Come mostrarti le mie mani vuote quando le tue sono piene di ferite? / Come spiegare a te la mia solitudine, / quando sulla croce alzato e solo tu sei? / Come spiegarti che non ho amore, / quando tu hai il cuore spezzato? / Adesso non ricordo più nulla, / si sono dileguati da me tutti i miei mali. / L’impeto della preghiera che avevo / mi si soffoca nella bocca insistente. / E solo chiedo di non chiederti nulla, / stare qui, vicino alla tua immagine morta, /andar imparando che il dolore è solo / la chiave santa della tua santa porta. Amen».
Davanti a una persona nel bisogno, quando bisogna fare qualche piccolo sacrificio per chi ha bisogno dei tuoi servizi o del tuo aiuto, pensi soprattutto a te stesso, o a che cosa puoi fare (poco o tanto) per provvedere alle sue necessità o ai suoi problemi?

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