19 Aprile

Apr 19, 2018 | Claret con te

«Riguardo alla fondazione di Jaca non so che dirle, sempre offro con prudenza consigli su cose che lei mi chiede (= domanda) circa la Congregazione, perché mi ricordo sempre della prudenza con cui procedeva sant’Ignazio riguardo alla Compagnia, nel non mettersi con quelli che governano. Non dubito che lei avrà parlato con i Signori Consultori […] Pregherò Dio e la Santissima Vergine perché le diano saggezza».
Lettera al P. José Xifré, 11 luglio 1867, in EC II, p. 1.172

A CIASCUNO LA PROPRIA RESPONSABILITÀ

Jaca è una città spagnola, della provincia aragonese di Huesca. Quando la Congregazione dei Missionari del Claret stava diventando più numerosa, molti vescovi chiedevano al Superiore Generale che stabilisse una comunità nella propria diocesi. Ma alcuni preferirono rivolgersi direttamente al Claret; in questo caso, egli inviava la richiesta al Generale, P. Xifré. In questo caso –come in altri-, è proprio Xifré che consulta il Claret circa una richiesta ricevuta. Ma Claret, nonostante fosse il Fondatore, con molta discrezione, preferisce non interferire in decisioni di governo; non tocca a lui.
Una delle esperienze che con frequenza facciamo nella vita è «quando uno si mette dove non lo chiamano», o quando un’autorità invade il campo di un’altra. Nel caso di cui parliamo, Claret lascia che sia l’autorità competente a decidere. Una cosa è dare un consiglio, quando in qualche modo te lo chiedono, e altra cosa è intromettersi.
A volte succede anche nelle famiglie, per esempio quando i genitori vogliono intervenire nella vita dei figli già adulti. Non è facile per alcuni genitori accettare la maggiore età dei propri figli, dimenticandosi a volte che anche a lui o a lei non aveva fatto piacere che i loro genitori abbiano voluto decidere della loro vita. Chiedere consiglio è sempre una cosa positiva, e ancor più quando si tratta dei propri genitori; ed è ovvio che il padre o la madre diano il miglior consiglio che crede opportuno. Una cosa molto diversa sarebbe pretendere di «governare», anche se con la migliore buona volontà, i figli maggiorenni.
Nella mia vita ordinaria, offro con prudenza e rispetto i miei consigli, che giudico opportuni, prudenti, frutto della propria esperienza, che siano di profitto a chi me li chiede?
Sono forse un intrigante che pretende di governare la casa altrui?
O pecco a volte di indifferenza di fronte a coloro che attraversano situazioni di perplessità o di disorientamento?

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