La provincia di Sanctus Paulus attua il protocollo per la protezione dei minori

Giu 16, 2021 | Bacheca, Sanctus Paulus

Barcellona, Spagna. Martedì 15 giugno 2021 si è tenuta a Barcellona una sessione di lavoro con i responsabili delle comunità clarettiane e i direttori delle loro opere educative in Catalogna per presentare il nuovo “Manuale per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili e Protocollo per la prevenzione e l’intervento davanti ad un reato di abusi sessuali”.

Il Padre Ricard Costa-Jussà, provinciale di Sanctus Paulus (di cui il territorio della Catalogna fa parte da gennaio 2020) e il Dott. Xavier Puigdollers, avvocato e capo del Servizio accoglienza e ricerca dei Missionari Clarettiani in Catalogna, sono intervenuti alla sessione.

Il nuovo protocollo

Nel 2019 il Governo Generale dei Missionari Clarettiani ha approvato un nuovo Vademecum per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, e un protocollo per la prevenzione e l’intervento davanti ad un reato di abusi sessuali, adattato alle nuove indicazioni della Santa Sede. Il Governo Generale commissionò tutte le province clarettiane del mondo di adattare questo protocollo alle realtà e alla legislazione locali. I Clarettiani della provincia di Sanctus Paulus hanno apportato l’adeguamento di questo protocollo che è stato approvato dal Governo Provinciale. La Congregazione, impegnata nella tutela, ha un protocollo dal 1998, che è stato completato e aggiornato, seguendo le linee guida della Santa Sede.

Fino ad ora era in vigore un protocollo di cui era stata fatta l’ultima revisione e adeguamento nel 2017, integrando le linee guida della Santa Sede e le norme civili e canoniche.

Il nuovo protocollo estende e aggiorna i regolamenti e i principi esistenti. Il testo è incorniciato nella presentazione del Vademecum dei Missionari Clarettiani:

L’abuso di minori e di persone vulnerabili commesso da un missionario profana la santità dell’altra persona, denigra la propria consacrazione e tradisce il Signore che egli proclama. Siamo fermamente con il Pontefice nella lotta contro questo male che tocca il cuore della nostra missione: annunciare il Vangelo ai più piccoli e proteggerli dai lupi voraci (…) se nella Chiesa si scopre anche un solo caso di abuso – che già rappresenta di per sé una mostruosità -, quel caso lo si dovrà affrontare con la massima serietà”.

Il protocollo coinvolge l’intera comunità clarettiana ed i collaboratori nella prevenzione e nell’evitare gli abusi, nel fare “tutto il possibile per rendere tutti gli ambienti clarettiani sicuri per tutti” perché “prendersi cura delle persone è parte integrante della nostra missione”. Esso esplicita l’impegno a “proteggere in modo particolare tutti i bambini, i giovani e gli adulti vulnerabili” e “creare comunità sicure e solidali tali da offrire un clima di amore ove vi sia vigilanza attenta sui pericoli degli abusi”.

Il protocollo concretizza le attuazioni nei seguenti ambiti:

  • Selezionare e formare con cura tutti coloro che hanno qualche responsabilità o prestazione nel servizio missionario della Chiesa. Ha un impatto particolare sulla cura che deve essere presa con gli aspiranti per entrare nella Congregazione e con i collaboratori e la formazione permanente.
  • Rispondere alle denunce di abusi nei confronti di coloro che forniscono qualsiasi servizio alle istituzioni Clarettiane, secondo procedure stabilite.
  • Offrire un’attenzione pastorale a coloro che hanno sofferto abusi.
  • Rimettere alle competenti autorità civili le denunce presentate contro qualsiasi persona legata alla Congregazione che possa aver commesso un reato nei confronti di un bambino, di un giovane o di un adulto vulnerabile, in conformità con la legislazione civile vigente.

Tra gli altri punti, descrive in dettaglio il modo specifico di agire di fronte alla denuncia di abusi sessuali, le regole che devono essere rispettate e applicate dai superiori e responsabili delle opere educative e pastorali, un modello di segnalazione di denuncia ed elementi di riferimento per il codice di condotta che ogni opera o entità clarettiana deve elaborare.

Comprende inoltre l’obbligo di rendere noto il Manuale e il protocollo a tutte le persone legate alle opere educative e pastorali dei Clarettiani e una dichiarazione responsabile che deve essere firmata individualmente da tutti i responsabili delle attività.

Nella presentazione, il Dott. Puigdollers ha sottolineato che “al centro del documento ci sono le vittime e le loro famiglie: proteggerle, accompagnarle, aiutarle a riparare i danni subiti e garantire la giustizia che meritano“. Allo stesso modo, “l’obbligo di ogni centro di avere il proprio Protocollo di Prevenzione e Azione in una situazione di abuso, che deve assumere e incorporare le disposizioni del protocollo provinciale”.

Nella presentazione, il provinciale, padre Ricard Costa-Jussà, ha sottolineato che “l’atto che convochiamo oggi è in sintonia con l’impulso quotidiano, la buona azione e il buon lavoro di molte persone nei nostri centri e attività, per promuovere una formazione e una crescita personale, umana, sana e piena”. Ha anche spiegato che la presentazione del rapporto del Servizio Accoglienza e Ricerca “è un passo chiaro, fermo e riflettuto dell’impegno istituzionale e del desiderio di tutti per proteggere, prevenire ed intervenire per creare spazi e luoghi sicuri”.

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