Rieditata L’opera “Esta es nuestra sangre”.

Ago 4, 2009 | Claret Publishing Group, Martiri di Barbastro

Spagna. Stralciamo dal periodico “Alto Aragòn” (11 marzo 2008) un articolo firmato da Angel Huget che offriamo ai nostri visitatori.

Publicaciones Claretianas, di Madrid, ha portato alla luce la terza edizione dell’opera “Esta es nuestra sangre” (Questo è il nostro sangue). Seminario clarettiano martire. Barbastro,1936” dell’autore Gabriele Campo Villegas, il quale incorporò nuovi testimoni e terminò le correzioni del libro prima di morire, nel settembre 2007. Le due edizioni anteriori furono esaurite, poiché è stata l’opera con più successo del letterato barbastrense.
In quest’opera, riflette sugli avvenimenti realmente avvenuti ai Martiri Clarettiani, beatificati da Giovanni Paolo II nel 1992, raccontati da testimoni fedeli che li videro e li ascoltarono. “Se a qualcuno sembrano esagerati, non è colpa mia, ma dei fatti”, come afferma l’autore.
Il prologo è opera di Fernando Sebastiàn, Vescovo emerito di Pamplona, cha consiglia “una lettura serena di questo libro”, il cui apporto qualificato è quello di un “piatto forte al menù eccessivamente mellifluo del cattolicesimo spagnolo contemporaneo. Dicendo questo, non sono mosso da nessun sentimento di critica né di squalifica”, aggiunge.
Afferma, inoltre, che il libro è scritto “con una evidente intenzione di verità e sobrietà che lo fa quasi noioso” e tuttavia i lettori “si vedranno interpellati dai fatti, commossi dall’integrità dei martiri, dalla luminosità delle testimonianze e dalla grandezza soprannaturale dei testimoni”.
Gabriele Campo dice nella citata riflessione: “Le testimonianze sopra i Missionari Martiri Clarettiani di Barbastro sono impressionanti”: schiaccia “la documentazione di primissima mano, i testimoni presenti, le dichiarazioni sotto giuramento di uomini e donne che videro e ascoltarono le loro parole, il ripetuto perdono ai loro nemici, ai loro aguzzini, il loro calvario lento, inesorabile”.
L’autore si basa su testimonianze di uomini da un lato e dall’altra “di cattolici e di anarchici, esseri umani che ricordano quei giorni di luglio e agosto del 1936 come un incubo di orrore e di fede”, oltre che parlare con essi, poiché residenti in Barbastro, Zaragoza, Barcellona, Parigi, Montauban, Jugoslavia e Messico.
L’opera include una documentazione e una storia complementaria per completare quella dei “trenta seminaristi maggiori, dai 22 ai 24 anni, molto giovani per presentire – tanto vicino – il soffio gelido della morte, quando giunsero alla stazione ferroviaria di Barbastro, loro ultimo destino, nel settembre 1936”. I loro resti sono esposti nel Museo dei Martiri Clarettiani di Barbastro, inaugurato il 13 Agosto 1993, già visitato da 4.000 persone durante l’anno 2007.

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